Come le banche europee stanno ridefinendo il credito attraverso il rischio climatico

by Markus Weber
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Climate Risk Reshapes Bank Lending Across Europe

Quando la BCE ha pubblicato la sua ultima analisi sulla performance climatica e sulla sua influenza sulla concessione dei prestiti, la reazione dei mercati è stata contenuta. Tuttavia, dietro il linguaggio tecnico del Bank Lending Survey si cela un messaggio dalle implicazioni significative: il sistema creditizio dell’area euro sta entrando in una nuova fase in cui emissioni, efficienza energetica e piani di transizione iniziano a contare quasi quanto gli indicatori finanziari.

Una svolta sottile ma strutturale nel comportamento delle banche

Secondo la BCE, una banca su cinque nell’area euro ha allentato gli standard di credito per le imprese “verdi” nell’ultimo anno. Il tredici per cento ha fatto lo stesso per le aziende in transizione. Al contrario, un saldo netto del 35 % ha irrigidito le condizioni per le imprese ad alte emissioni che mostrano pochi progressi nella riduzione dell’impatto ambientale.

La maggior parte degli istituti non registra ancora cambiamenti significativi nelle condizioni di credito basati su indicatori climatici. Tuttavia, la tendenza è chiara: migliore è il profilo climatico, migliori sono le condizioni del prestito. Le banche si stanno adeguando non per ideologia, ma per gestione del rischio. La performance climatica sta diventando un indicatore indiretto dell’esposizione regolamentare, della vulnerabilità operativa e dei costi di conformità a lungo termine — tutti elementi che incidono direttamente sulla valutazione del merito creditizio.

Perché le banche se ne preoccupano: rischio, non retorica

I risultati della BCE suggeriscono che le considerazioni climatiche entrano nelle politiche di credito perché le banche stanno cercando di prezzare rischi che non possono più considerare lontani. Le imprese ad alte emissioni devono affrontare costi del carbonio crescenti, interventi di adeguamento costosi, obblighi di conformità più severi e la possibilità che garanzie legate ad attività carbon-intensive si deprezzino più rapidamente del previsto. Tutti questi fattori aumentano il potenziale di perdite future.

Al contrario, le aziende che investono in macchinari più puliti, isolamento migliore, sistemi di riscaldamento efficienti o edifici ad alte prestazioni mostrano una minore esposizione futura — segnali che portano naturalmente a condizioni di credito più favorevoli.

La domanda di prestiti rivela una trasformazione più ampia

Le banche riportano anche una crescente domanda di prestiti da parte delle imprese che investono in progetti legati al clima. Ciò riflette la crescente pressione normativa che guida il comportamento aziendale. La decarbonizzazione dei macchinari, il miglioramento della performance energetica degli edifici e l’elettrificazione delle flotte stanno diventando obbligatori in molti settori più rapidamente del previsto.

Nel frattempo, la domanda proveniente dai settori ad alte emissioni è diminuita. A causa dei tassi più elevati e dell’incertezza sui tempi della transizione, alcune imprese stanno rinviando gli investimenti o evitando nuovi finanziamenti.

Abitazioni: l’efficienza energetica diventa una variabile finanziaria

Per le famiglie, il cambiamento è sorprendentemente diretto. Gli immobili con certificati di prestazione energetica più elevati ricevono ora condizioni ipotecarie più favorevoli. Gli edifici più vecchi o con scarsa efficienza energetica affrontano criteri più rigidi. Ciò rischia di accentuare le divisioni già esistenti nel mercato immobiliare, in cui le case efficienti sono più facili da finanziare mentre gli edifici datati diventano costosi e difficili da usare come garanzia.

Il rischio climatico fisico acquista importanza

Anche il rischio climatico fisico sta assumendo maggiore rilevanza. La BCE indica che il 18 % dei finanziatori si aspetta che alluvioni, tempeste, ondate di calore e siccità irrigidiscano il credito nell’anno a venire. Solo l’8 % prevede un allentamento.

Le conseguenze sono ampie. Le proprietà costiere diventano più esposte a mareggiate, inondazioni ed erosione, influenzando i costi assicurativi e il comportamento degli investitori. I terreni agricoli sono sempre più volatili, poiché siccità, stress termico e degrado del suolo riducono la produttività e il valore delle garanzie. I poli logistici — spesso situati in zone alluvionali o aree industriali con sistemi di drenaggio obsoleti — sono sempre più vulnerabili alle interruzioni operative. Le regioni con infrastrutture datate affrontano rischi amplificati, poiché gli shock climatici trasformano debolezze tecniche locali in minacce finanziarie sistemiche.

Analisi degli esperti: un divario di prezzo destinato a crescere

Secondo stime riportate da Reuters, i mutuatari ad alte emissioni pagano già circa 20–30 punti base in più rispetto alle imprese più verdi. Questo divario di prezzo, legato alla transizione, sarà probabilmente graduale ma significativo, poiché la performance climatica influenzerà sempre più il comportamento del mercato.

Il nuovo quadro normativo europeo — piani di transizione obbligatori, rendicontazione unificata delle emissioni e standard edilizi più severi — fornirà alle banche dati più dettagliati. Incoraggerà inoltre i regolatori a chiarire come e quando le condizioni di credito dovranno variare in base all’esposizione climatica.

Vincitori e vinti nel nuovo panorama del credito

Sta emergendo una nuova gerarchia. Le aziende con piani di transizione credibili ottengono un accesso più agevole al capitale. I proprietari di abitazioni efficienti godono di approvazioni ipotecarie più rapide. Le regioni meno esposte a eventi climatici estremi diventano più interessanti per gli investitori.

Dall’altra parte vi sono imprese legate a processi ad alta intensità di carbonio, famiglie con abitazioni inefficienti e economie locali vulnerabili agli shock climatici. Questi soggetti devono affrontare costi più elevati, condizioni più rigide e revisioni più frequenti delle garanzie.

In sintesi

Non esiste alcuna rivoluzione verde improvvisa nell’architettura finanziaria europea. Il cambiamento è irregolare e i dati ancora limitati. Tuttavia, le prove sono chiare: la performance climatica sta diventando un criterio di concessione del credito che determina chi ottiene finanziamenti, a quali condizioni e a quale prezzo.

L’integrazione graduale del rischio climatico nei modelli creditizi potrebbe diventare una delle tendenze più importanti della finanza europea in questo decennio — non perché avvenga rapidamente, ma perché sta diventando sistemica.

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