China Evergrande Group — un tempo il principale sviluppatore immobiliare cinese e il gruppo edilizio più indebitato al mondo — è stato ufficialmente escluso dalla Borsa di Hong Kong (HKEX). Le contrattazioni sono state cancellate il 25 agosto 2025, dopo che la società non è riuscita a riprendere le negoziazioni entro i 18 mesi previsti a seguito di una liquidazione ordinata dal tribunale.
Crollo nei numeri
Al suo apice, nel 2017, la capitalizzazione di Evergrande raggiungeva circa 47 miliardi € (51 miliardi US$). Quando il titolo è stato sospeso nel gennaio 2024, la capitalizzazione si era ridotta a soli 255–260 milioni € (275–280 milioni US$). L’ultimo prezzo scambiato prima della radiazione era di 0,16 HK$ — circa 0,019 € per azione. Le passività hanno superato i 275 miliardi € (300 miliardi US$), rendendola la società immobiliare più indebitata al mondo. I liquidatori hanno finora realizzato solo 234 milioni € (255 milioni US$) da vendite di asset, a fronte di richieste dei creditori pari a 41 miliardi € (45 miliardi US$), evidenziando prospettive di recupero minime.
Perché il delisting è importante
La HKEX ha applicato la regola 6.01A(1), che impone la radiazione se una società rimane sospesa per oltre 18 mesi. Per Evergrande, un tempo simbolo del colosso immobiliare cinese, questo è stato il colpo finale.
Alec Tseung, partner di KT Capital Group: «Il delisting rappresenta una tappa significativa, simbolo del culmine del drammatico crollo di Evergrande e segnale della fine di un’era del modello di crescita cinese trainato dal settore immobiliare.»
Dan Wang, direttrice Cina presso Eurasia Group: «Una volta radiata, non c’è possibilità di ritorno.»
Ripercussioni interne
La radiazione riflette la crisi più ampia del mercato immobiliare cinese, dove la domanda resta debole e i prezzi delle abitazioni continuano a calare nonostante le misure di sostegno governative. Le banche hanno ridotto l’esposizione ai prestiti immobiliari, ma i crediti deteriorati nel settore restano una grande vulnerabilità. Altri sviluppatori, tra cui Country Garden e Sunac, faticano ancora a ristrutturarsi, dimostrando che il problema va oltre Evergrande.
Gary Ng, economista senior di Natixis: «Evergrande è uno degli esempi più emblematici del crollo del settore immobiliare cinese di qualche anno fa.»
Impatto globale
Il crollo di Evergrande ha avuto ripercussioni sui mercati internazionali. La prolungata recessione edilizia in Cina ha ridotto la domanda mondiale di materie prime, colpendo nel 2025 i produttori di minerale di ferro e acciaio. Nei mercati del credito, la fiducia degli investitori nelle obbligazioni immobiliari cinesi ad alto rendimento resta bassa, mentre le obbligazioni denominate in RMB, i cosiddetti “dim sum bond”, hanno guadagnato popolarità. Anche se l’indice MSCI China è risalito quest’anno grazie alle aspettative di politiche di stimolo, il settore immobiliare continua a frenare la performance.
Oscar Choi, Chief Investment Officer di Oscar & Partners Capital Ltd: «Sarà difficile rilanciare la domanda e i consumi quando la gente ha le tasche vuote.»
Il costo umano
Oltre ai mercati finanziari, il crollo ha lasciato migliaia di famiglie cinesi con promesse infrante. Molti avevano acquistato appartamenti mai completati. Su Douyin, un acquirente frustrato ha dichiarato:
«Dopo molte visite ho scelto Evergrande perché pensavo che un costruttore così grande non potesse fallire. Mi sbagliavo.»
Questo senso di tradimento sottolinea il costo umano del crollo dell’azienda e l’erosione della fiducia nel settore immobiliare cinese.
Cosa succederà
I tassi di recupero per i creditori sono destinati a restare trascurabili. I decisori politici a Pechino devono affrontare la sfida di bilanciare la stabilità finanziaria con la necessità di ripristinare la fiducia delle famiglie nel mercato immobiliare. A livello globale, la debolezza del settore edilizio in Cina continuerà a pesare sulle materie prime e sui flussi di investimento transfrontalieri fino al 2026 inoltrato.
Conclusione
La radiazione di Evergrande chiude il capitolo più drammatico del boom immobiliare cinese. Il suo crollo, da una valutazione record di 47 miliardi € (51 miliardi US$) a una cancellazione con oltre 275 miliardi € (300 miliardi US$) di debiti, mette in luce i pericoli di un indebitamento incontrollato e di una crescita eccessiva. Le ripercussioni globali — dalle materie prime ai mercati del credito — dimostrano che la fine dell’era Evergrande non è solo il fallimento di un’azienda, ma anche un punto di svolta per l’economia cinese e il sistema finanziario mondiale.