L’UE ha bisogno di 40 miliardi di euro all’anno per ristrutturare le abitazioni con classe energetica C

by Victoria Garcia
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EU Needs €40B Yearly to Retrofit C-Rated Homes

L’Unione Europea dovrà investire circa 40 miliardi di euro all’anno per ristrutturare gli edifici residenziali classificati con la classe energetica C, secondo il sistema EPC (Energy Performance Certificate). Questo intervento è considerato cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici del Green Deal europeo, ridurre le emissioni di CO₂ e migliorare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare europeo. Lo evidenziano recenti studi condotti da istituti specializzati nella sostenibilità edilizia. Senza un piano massiccio di riqualificazione, l’UE rischia di non riuscire a mantenere gli impegni presi nell’ambito del Patto per il clima e della transizione verde.

La portata del problema

Attualmente, oltre il 40% degli edifici residenziali nei Paesi membri dell’UE è classificato in classe C o inferiore. Questo significa che consumano molta più energia rispetto agli edifici di nuova costruzione classificati A o B.

Gli edifici sono responsabili di circa il 36% delle emissioni di gas serra nell’UE e assorbono circa il 40% dell’energia totale. La maggior parte delle abitazioni con classe C è stata costruita prima degli anni ’90 e presenta isolamento termico inadeguato, impianti di riscaldamento obsoleti e scarsa efficienza energetica.

Gli obiettivi dell’Unione Europea

Secondo la Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD), gli Stati membri devono migliorare in modo significativo l’efficienza energetica del patrimonio edilizio. L’obiettivo è che entro il 2030 tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero e che, entro il 2050, la maggior parte degli edifici esistenti raggiunga lo standard a energia quasi zero (nZEB).

Per raggiungere questi traguardi saranno necessari ingenti investimenti, in particolare per l’isolamento termico, la sostituzione di infissi, l’installazione di pannelli solari, pompe di calore e sistemi intelligenti di gestione dell’energia.

Il fabbisogno di investimenti

Secondo un rapporto della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), per portare le abitazioni in classe C almeno alla classe B serviranno investimenti pari ad almeno 40 miliardi di euro all’anno per i prossimi 15–20 anni. L’intero intervento di riqualificazione energetica del parco residenziale europeo potrebbe superare gli 800 miliardi di euro.

Questi fondi dovranno provenire da una combinazione di risorse pubbliche, private e dell’UE. I programmi “REPowerEU” e “NextGenerationEU” hanno già stanziato miliardi, ma non sono sufficienti per coprire il fabbisogno complessivo del settore.

Chi dovrà pagare?

Il nodo del finanziamento rimane centrale. Attualmente, gran parte dei costi ricade sui proprietari di immobili, molti dei quali non dispongono delle risorse finanziarie o non sono motivati ad avviare costose ristrutturazioni. Alcuni Paesi offrono incentivi fiscali, contributi a fondo perduto o prestiti agevolati, ma spesso il loro accesso è limitato.

La Commissione Europea sta valutando diverse opzioni:

  • Istituzione di un Fondo europeo per la ristrutturazione verde;
  • Garanzie pubbliche tramite la BEI per attrarre investimenti privati;
  • Promozione dei mutui “verdi” con tassi agevolati;
  • Inclusione della classe energetica nella valutazione della solvibilità creditizia.

È inoltre allo studio l’obbligo di riqualificazione energetica prima della vendita o dell’affitto di un immobile, misura che potrebbe incentivare ulteriormente i proprietari.

I vantaggi della riqualificazione

Nonostante i costi iniziali, gli interventi di efficienza energetica portano numerosi benefici nel medio-lungo periodo:

  • Risparmio sulle bollette: l’isolamento e il rinnovamento degli impianti possono ridurre i consumi del 30–60%;
  • Incremento del valore immobiliare: gli edifici con classi energetiche elevate sono più appetibili e si vendono più facilmente;
  • Migliore comfort abitativo: temperature più stabili, migliore qualità dell’aria e meno rumore;
  • Riduzione delle emissioni di CO₂: un passo fondamentale verso la neutralità climatica.

Secondo alcune stime, ogni euro investito nella riqualificazione energetica può generare fino a tre euro in risparmi economici e ambientali.

Le sfide da affrontare

La strada verso una ristrutturazione su larga scala presenta numerose difficoltà:

  • Scarsa informazione: molti proprietari non conoscono i benefici o le agevolazioni disponibili;
  • Burocrazia complessa: le pratiche per autorizzazioni e incentivi sono spesso lunghe e macchinose;
  • Carenza di manodopera qualificata: manca personale formato nella bioedilizia e nell’efficienza energetica;
  • Aumento dei costi dei materiali: l’inflazione e le tensioni nella supply chain pesano sui progetti.

C’è anche il rischio che i nuovi obblighi penalizzino le famiglie con reddito basso, impossibilitate a sostenere i costi delle opere e quindi escluse dal mercato immobiliare.

Buone pratiche in Europa

Alcuni Paesi UE stanno già ottenendo buoni risultati:

  • Francia: il programma MaPrimeRénov’ offre fino a 20.000 € per la ristrutturazione degli immobili;
  • Germania: la banca KfW eroga prestiti a tasso agevolato e sussidi a fondo perduto;
  • Paesi Bassi: sostegni fino al 30% per installare pompe di calore e pannelli fotovoltaici;
  • Italia: il Superbonus 110% ha permesso per anni la detrazione completa delle spese sostenute (prima della sua revisione nel 2024).

Queste esperienze dimostrano l’importanza di politiche mirate e incentivi ben strutturati.

Impatti economici e sociali

Il piano di riqualificazione potrebbe avere un impatto positivo anche sull’occupazione, soprattutto nei settori dell’edilizia, delle energie rinnovabili e delle tecnologie smart. Secondo le previsioni dell’UE, la “ondata verde” potrebbe generare fino a 160.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.

Anche il settore bancario guarda con interesse alla finanza “green”: mutui per la ristrutturazione, prestiti legati alla performance energetica e modelli di finanziamento innovativi stanno guadagnando popolarità.

Conclusione

L’UE si trova davanti a una sfida decisiva: rendere il patrimonio edilizio sostenibile e resiliente dal punto di vista climatico. La ristrutturazione degli edifici con classe energetica C richiederà investimenti annui di circa 40 miliardi di euro, ma i ritorni — ambientali, economici e sociali — sono notevoli.

Con un mix coerente di politiche pubbliche, strumenti finanziari efficaci e il coinvolgimento attivo di cittadini e imprese, l’Europa può trasformare questo impegno in un’opportunità concreta. Il momento di agire è adesso — ogni intervento rimandato allontana il continente dagli obiettivi della transizione ecologica.

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