La Spagna ordina ad Airbnb di rimuovere 65.000 annunci a causa della crisi abitativa

by Victoria Garcia
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Spain Cracks Down on Airbnb: 65,000 Listings Removed

Il governo spagnolo ha ufficialmente ordinato ad Airbnb di eliminare oltre 65.000 annunci di affitti brevi non registrati presenti sulla piattaforma. La decisione è stata presa come risposta diretta all’aggravarsi della crisi abitativa che colpisce molte città del paese, in particolare quelle con un alto afflusso turistico. Le autorità accusano la piattaforma di contribuire all’aumento degli affitti e alla riduzione del numero di alloggi disponibili per i residenti.

La decisione del governo

Il Ministero dei Consumatori della Spagna ha emesso un provvedimento formale che impone ad Airbnb di rimuovere tutte le inserzioni che non risultano conformi alle normative regionali o locali. Le aree interessate includono la Catalogna, l’Andalusia, le Isole Baleari, Valencia e Madrid — tutte zone soggette a forte pressione turistica e a una drammatica impennata dei canoni di locazione.

Secondo il ministero, migliaia di annunci attivi su Airbnb non risultano registrati nei registri ufficiali, eludono la tassazione e sfuggono ai controlli di sicurezza e legalità.

Il contesto: una crisi abitativa crescente

Negli ultimi anni, i prezzi degli affitti sono aumentati del 30–40% in molte grandi città spagnole. A Barcellona, Madrid e Palma di Maiorca, gran parte degli appartamenti viene destinata a uso turistico, spesso a scapito degli affitti a lungo termine. In alcuni quartieri, fino al 30% degli immobili viene affittato esclusivamente a turisti.

Il risultato è un grave squilibrio tra domanda e offerta, che rende sempre più difficile per studenti, giovani lavoratori e famiglie trovare alloggi accessibili. Secondo il governo, l’eccesso di affitti brevi ha alterato il mercato immobiliare, spingendo i residenti fuori dai centri urbani.

Il Ministro dei Consumatori Alberto Garzón ha dichiarato:
«Non possiamo permettere che piattaforme digitali internazionali gestiscano il nostro mercato immobiliare ignorando le leggi e i diritti dei cittadini.»

Regolamenti regionali e sostegno locale

Numerose comunità autonome avevano già introdotto regolamenti rigorosi sugli affitti brevi. In Catalogna, nelle Baleari e alle Canarie, è obbligatorio registrare ogni immobile destinato ad affitto turistico. A Barcellona, le autorità comunali impongono multe elevate per gli annunci irregolari, mentre a Palma è stato vietato l’affitto breve in molti condomini.

Grazie al sostegno del governo centrale, le amministrazioni locali avranno ora maggiore potere per intervenire. Se Airbnb non rispetterà le disposizioni, potrà essere sanzionata, e in casi estremi persino bloccata sul territorio spagnolo.

La reazione di Airbnb

In un comunicato ufficiale, Airbnb ha espresso delusione per la decisione del governo, pur dichiarandosi disposta a collaborare. L’azienda ha sottolineato che molti host sono cittadini comuni che utilizzano la piattaforma per integrare il proprio reddito.

La società ha inoltre ricordato di aver già introdotto misure per favorire la conformità legale, come l’obbligo di inserire il numero di registrazione e strumenti di verifica per gli utenti. Tuttavia, avverte che una rimozione massiccia degli annunci potrebbe penalizzare migliaia di piccoli proprietari.

Effetti attesi sul mercato degli affitti

Secondo gli analisti, la rimozione di 65.000 annunci potrebbe avere un impatto significativo sul mercato immobiliare spagnolo. A breve termine, si prevede un calo dell’offerta turistica e una possibile riduzione dei guadagni per i proprietari. Tuttavia, il rientro di molte proprietà nel mercato degli affitti a lungo termine potrebbe contribuire a ridurre i prezzi e ad aumentare la disponibilità per i residenti.

In città come Barcellona, dove la domanda di alloggi è elevata e l’offerta limitata, il provvedimento potrebbe portare a un riequilibrio sostanziale.

Opinione pubblica divisa

L’opinione pubblica è fortemente divisa. Molti cittadini, in particolare giovani, studenti e lavoratori, accolgono positivamente la misura, vedendola come un primo passo concreto per arginare la gentrificazione e il caro-affitti.

Dall’altro lato, proprietari e operatori turistici temono una ricaduta economica negativa. Secondo loro, la locazione breve ha rappresentato una risorsa importante, soprattutto dopo la pandemia, per sostenere l’economia locale e creare occupazione nei settori dell’ospitalità, della pulizia e dei trasporti.

Una tendenza globale

La Spagna non è sola. Parigi, Amsterdam, Berlino, New York e San Francisco hanno già adottato restrizioni simili sugli affitti turistici. In molte città è stato imposto un limite ai giorni di affitto consentiti per ogni immobile, e la registrazione degli annunci è diventata obbligatoria.

La decisione del governo spagnolo si inserisce dunque in una tendenza globale verso una maggiore regolamentazione del settore, con l’obiettivo di conciliare sviluppo turistico e diritto all’abitare.

Prossimi passi

Il Ministero dei Trasporti e dell’Agenda Urbana sta preparando una riforma nazionale sul tema dell’affitto breve. Tra le misure previste ci sarà la creazione di un registro digitale unificato per tutti gli immobili destinati all’uso turistico. Solo gli alloggi registrati potranno essere pubblicati sulle piattaforme.

È inoltre in fase di sviluppo un sistema di monitoraggio automatizzato che consentirà alle autorità di identificare e rimuovere rapidamente gli annunci illegali.

Se attuata con successo, la Spagna potrebbe diventare uno dei primi paesi dell’UE a disporre di un controllo centralizzato e digitale sugli affitti brevi.

Conclusione

La Spagna ordina ad Airbnb di rimuovere 65.000 annunci a causa della crisi abitativa è una decisione che segna una svolta nella gestione del mercato immobiliare spagnolo. In un contesto di forte pressione abitativa, il governo interviene per restituire spazio ai residenti e limitare la speculazione.

Sebbene le conseguenze a breve termine possano essere difficili per alcuni settori, l’obiettivo dichiarato è quello di ristabilire l’equilibrio tra turismo e diritto alla casa, garantendo città vivibili anche per chi ci abita tutto l’anno.

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