Nel 2025 il settore degli immobili ad uso ufficio si trova in una fase di profonda trasformazione. Gli effetti a lungo termine della pandemia, la diffusione del lavoro ibrido e da remoto e le pressioni economiche globali hanno cambiato radicalmente la domanda di spazi professionali. Sviluppatori, proprietari e investitori sono chiamati ad adattarsi a un nuovo scenario in cui i vecchi modelli non funzionano più. Questo articolo analizza i principali problemi che il settore degli uffici deve affrontare oggi e le prospettive per il futuro del mercato immobiliare urbano.
L’ascesa del lavoro ibrido
Uno dei fattori chiave di cambiamento è la diffusione del lavoro ibrido. Secondo dati di JLL e CBRE, nel 2025 fino al 70% delle aziende in Europa e negli Stati Uniti adotta modelli misti, in cui i dipendenti si recano in ufficio solo 2–3 giorni alla settimana.
Ciò comporta una riduzione della domanda di postazioni fisse e spinge le imprese a rivedere le proprie esigenze in termini di metratura. Molte aziende stanno riducendo gli spazi affittati a favore di ambienti flessibili, aree riunioni e zone per la collaborazione. Il concetto di “ufficio come servizio” si sta diffondendo sempre più, con l’ufficio che diventa un punto di incontro, e non più un obbligo quotidiano.
Aumento delle superfici sfitte e calo dei canoni
Una delle conseguenze più evidenti è l’aumento dei tassi di sfitto. In città come San Francisco, Londra, Francoforte o New York, la percentuale di spazi vacanti ha superato il 20–25%. Anche a Varsavia e Kiev si registrano livelli intorno al 15%.
Per attrarre inquilini, i proprietari devono abbassare i canoni di locazione o offrire mesi gratuiti. A Parigi, per esempio, gli affitti degli uffici nelle zone direzionali (come La Défense) sono scesi del 10–15% rispetto al 2021. A Berlino, alcuni contratti includono fino a sei mesi senza affitto.
Aumento dei costi di gestione
In parallelo, si osserva un aumento dei costi operativi degli edifici ad uso ufficio. Ciò è dovuto all’aumento del prezzo dell’energia, agli standard di sicurezza più rigorosi e alla necessità di interventi per ottenere certificazioni ambientali.
Gli immobili più datati rischiano di diventare meno competitivi, non essendo in grado di soddisfare le nuove esigenze. Molti edifici rischiano così di diventare “uffici zombie”, senza prospettive reali di redditività.
Eccesso di spazi obsoleti e carenza di immobili di qualità
Il mercato soffre di un disequilibrio tra offerta e domanda. C’è un eccesso di spazi obsoleti, mal distribuiti e poco funzionali. Nel frattempo, gli utenti cercano:
- layout flessibili,
- tecnologie green,
- spazi benessere (cucine, aree relax),
- accessibilità tramite trasporti pubblici e biciclette.
Gli uffici premium sono molto richiesti ma poco disponibili, soprattutto nelle città secondarie. Questo spinge verso la riqualificazione, anche se i costi iniziali sono spesso elevati.
Diminuzione dell’attrattività per gli investitori
Gli uffici, un tempo considerati un investimento sicuro, stanno perdendo appeal. Tra il 2023 e il 2025, gli investimenti in immobili ad uso ufficio sono calati drasticamente. Secondo MSCI, nel 2024 gli investimenti in uffici europei sono diminuiti del 38%.
I principali motivi sono:
- incertezza sulla domanda a lungo termine,
- calo della redditività,
- aumento dei tassi di interesse,
- concorrenza da parte della logistica e del residenziale.
Molti fondi hanno iniziato a disinvestire dagli uffici, concentrandosi su riconversioni o sul residenziale.
Crescita della riconversione funzionale
Alla luce di queste difficoltà, cresce l’interesse verso nuovi utilizzi per gli immobili per uffici, tra cui:
- conversione in appartamenti o co-living,
- sviluppo di edifici a uso misto (negozi, servizi pubblici),
- trasformazione parziale in hotel, centri sanitari o scolastici.
In paesi con normativa urbanistica rigida, come Germania o Francia, le barriere sono alte, ma esempi positivi in città come Chicago, Toronto o Amsterdam mostrano che è possibile riconvertire con successo.
Digitalizzazione e requisiti ESG
Gli utenti moderni si aspettano uffici digitalizzati: controllo climatico smart, prenotazione digitale delle sale riunioni, sistemi intelligenti di monitoraggio della presenza.
Allo stesso tempo, i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) diventano essenziali. Gli immobili certificati (LEED, BREEAM, WELL) offrono maggiore attrattività sia per i locatari che per gli investitori e risultano più resilienti sul mercato.
L’ascesa degli home office e la decentralizzazione
Il continuo successo del lavoro da casa sposta la domanda lontano dai distretti centrali. Molti professionisti, soprattutto nei settori IT e creativi, preferiscono lavorare vicino a casa. Questo porta a una decentralizzazione della domanda, con la crescita di piccoli uffici nei quartieri residenziali.
Le nuove priorità per proprietari e conduttori
Per i proprietari, le priorità includono:
- fidelizzazione degli inquilini con condizioni flessibili,
- adattamento degli spazi alle nuove abitudini lavorative,
- investimenti in sostenibilità e digitalizzazione,
- servizi smart e valorizzazione dell’esperienza del locatario.
Per gli affittuari, si tratta di ottimizzare i costi, migliorare il benessere dei dipendenti e adottare modelli più agili di lavoro.
Conclusione
Nel 2025, il settore degli uffici è a un bivio. Da un lato affronta pressioni dovute a nuovi stili di lavoro, maggiori costi e nuove aspettative. Dall’altro, ha l’opportunità di rinnovarsi e reinventarsi: attraverso riconversioni, tecnologie intelligenti e approcci sostenibili.
Chi saprà adattarsi rapidamente, investire in ESG e offrire spazi che vanno oltre la semplice metratura, riuscirà a emergere. L’ufficio del futuro non sarà solo un posto in cui lavorare, ma un ambiente di collaborazione, benessere e valore.