Nel 2025, la Polonia ha approvato una nuova legge che sospende temporaneamente il diritto di richiedere asilo per le persone che attraversano illegalmente il confine nazionale. Questa decisione rappresenta una svolta significativa nella politica migratoria del paese, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza delle frontiere e semplificare le procedure amministrative. La nuova normativa ha generato un ampio dibattito interno e forti reazioni da parte di organizzazioni internazionali e istituzioni europee.
Cosa prevede la nuova legge
La legge esclude automaticamente dalla possibilità di richiedere protezione internazionale coloro che entrano in Polonia al di fuori dei valichi di frontiera ufficiali. Questi individui saranno espulsi entro 48 ore dal momento dell’arresto.
Eccezioni previste
Sono previste eccezioni soltanto per alcune categorie vulnerabili:
- donne in gravidanza
- minori non accompagnati
- persone con gravi problemi di salute o disabilità
In ogni caso, l’accesso alla procedura di asilo sarà possibile solo dopo una valutazione individuale.
Il ricorso non blocca l’espulsione
Sebbene la normativa permetta di presentare ricorso, questo non sospende automaticamente l’espulsione, suscitando preoccupazione tra gli esperti legali e le organizzazioni per i diritti umani.
Costi e investimenti previsti
Per attuare questa nuova legge, il governo polacco ha stanziato circa 280 milioni di euro per il 2025.
Suddivisione dei costi:
- 120 milioni di euro per il rafforzamento delle infrastrutture di frontiera (sistemi di sorveglianza, controlli digitali)
- 80 milioni di euro per la costruzione di centri temporanei di detenzione
- 45 milioni di euro all’anno per il personale (guardie di frontiera, medici, traduttori, avvocati)
- 35 milioni di euro per le operazioni di rimpatrio e logistica
Il costo medio per l’espulsione di una persona varia da 200 a 1.200 euro, a seconda del paese di destinazione e delle modalità di trasporto.
Reazioni della società polacca
Secondo recenti sondaggi, circa il 62% dei cittadini polacchi è favorevole a un rafforzamento delle misure contro l’immigrazione irregolare. Il sostegno è particolarmente forte nelle aree di confine.
Tuttavia, nelle grandi città come Varsavia e Danzica, si sono svolte manifestazioni di protesta. Diversi gruppi della società civile hanno criticato la legge, definendola contraria agli obblighi internazionali della Polonia in materia di diritti umani e diritto d’asilo. Alcune ONG segnalano difficoltà nell’accesso legale ai centri di detenzione.
Reazioni internazionali
Critiche da UE e organizzazioni umanitarie
La Commissione europea ha chiesto chiarimenti sulla compatibilità della legge con il diritto comunitario e la Convenzione di Ginevra.
Anche l’ONU e Amnesty International hanno espresso preoccupazione per i rischi umanitari derivanti dalle espulsioni rapide e dal mancato accesso a consulenza legale o assistenza sanitaria.
Sostegno limitato da alcuni Stati UE
Alcuni Stati membri dell’UE, pur non aderendo completamente alla linea polacca, hanno riconosciuto il diritto sovrano di Varsavia di rafforzare il controllo delle proprie frontiere, a patto che vengano rispettati i trattati internazionali.
Impatto economico e sul mercato del lavoro
Gli economisti avvertono che l’inasprimento delle norme migratorie potrebbe avere effetti negativi sull’economia nazionale. Settori come l’agricoltura, l’edilizia e la logistica dipendono fortemente dalla manodopera straniera.
Secondo l’Istituto Economico di Varsavia, l’effetto sul PIL potrebbe essere una riduzione compresa tra lo 0,3% e lo 0,6% all’anno. Inoltre, la Polonia rischia il congelamento di alcuni fondi europei, se la normativa sarà ritenuta in contrasto con i principi fondamentali dell’Unione.
Rischi umanitari
Le organizzazioni per i diritti umani segnalano un aumento del 70% nei rifiuti delle richieste d’asilo rispetto all’anno precedente. Ci sono testimonianze di persone espulse senza traduzione dei documenti, assistenza medica o legale. Più di 30 casi sono attualmente all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Alcune di queste persone avrebbero potuto avere diritto alla protezione internazionale, come vittime di persecuzioni o torture.
Prossimi sviluppi della politica migratoria polacca
Il governo polacco intende proseguire sulla strada del rafforzamento del controllo migratorio. Tra le misure in programma ci sono:
- la creazione di un’Agenzia nazionale per la migrazione e i rimpatri
- l’introduzione di un sistema digitale per monitorare la presenza degli stranieri
- la revisione della normativa sul permesso di soggiorno e lavoro temporaneo
Varsavia ha ribadito che continuerà a rispettare gli standard internazionali, ma considera la sicurezza delle frontiere una priorità nazionale.
Conclusione
La Polonia approva una legge per sospendere il diritto d’asilo ai migranti, puntando su maggiore sicurezza, semplificazione procedurale e controllo amministrativo. Il provvedimento, sostenuto da gran parte dell’opinione pubblica e finanziato con 280 milioni di euro, segna un cambiamento profondo nella gestione dei flussi migratori.
Tuttavia, le preoccupazioni espresse da organismi internazionali mettono in evidenza la necessità di trovare un equilibrio tra sovranità, diritti umani e obblighi europei. L’impatto reale della legge dipenderà dalla sua applicazione pratica e dalle verifiche giuridiche a livello comunitario.